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Canto di Balla
Descrizione
Il riferimento al crocevia del Canto di Balla nel centro storico di Firenze, ci consegna una traccia linguistica di due elementi della vita della città medievale: l’idea della città e dei suoi riferimenti che avevano i suoi abitanti dell’epoca, e l’esistenza allora di una porta di accesso, la Porta di Balla, una delle circa 15 porte di accesso alla città aperte negli anni 1172-75 nel circuito delle mura cittadine che correvano lungo Via dei Pucci.
La parola canto deriva, come il termine amministrativo usato in Svizzera, cantone, dal Latino canthus/cantus (angolo dell’occhio, ruota) con il significato, dal Medioevo fino all’Ottocento, di angolo di strada, memoralizzato nel gioco infantile,‘quattro cantoni’. The canti ricevevano un nome utilizzato – insieme a quelli delle vie e piazze – come toponimi, nei documenti come negli usi quotidiani. La città medievale, di conseguenza, era per lo più immaginata come un insieme di incroci e luoghi di intersezione, piuttosto che una rete di strade. Molti dei canti fiorentini derivano dai nomi delle famiglie proprietarie degli edifici (come il Canto de’ Bischeri) e segnavano dunque ricchezza e prestigio, altri – come il Canto di Balla – ricordano strutture cittadine ormai perdute. Attraverso la Porta di Balla le balle di lana grezza venivano trasportate alle tiratoi che risiedevano fuori della città. Le mura sono state distrutte nel 1333 quando fu costruito il nuovo e più grande cerchio di mura, anch’esso distrutto quando Firenze divenne brevemente capitale del regno d’Italia. Qualche frammento di esse è ancora visibile Oltrarno e alcune porte, come Porta al Prato, sono poste lungo il percorso anulare su cui un tempo si ergevano le mura.
Bibliografia
Links
Autore scheda: Maia Wellington Gahtan
Autore traduzione: in italiano (Nadia Cannata)
Data Pubblicazione: 2021-05-17
Canto di Balla
Tipo di traccia: voce/tradizione orale
Numero di Inventario: 11
Datazione: 1000-1200
Anno: XII sec.
Lingua: Toscano
angolo con via de' Pucci